Salve, nel complimentarmi con voi per aver realizzato questa stupenda idea di Mario, vorrei inviarvi un file di World che ho inviato ai quotidiani, sperando di venire pubblicato nella rubbrica delle lettere, proprio sui parellelismi delle vicende delle valii Bormida e Susa.
Grazie Enzo Fiore
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E’ senza dubbio l’argomento sulla bocca di tutti in questi giorni. Desidererei però trattare anche io dell’argomento, non per esprimere la mia opinione personale sulla questione, ma perché vedendo la Tv o leggendo i giornali, per me cittadino della Valle Bormida è impossibile non riandare con la memoria, alla tragica vicenda della mia valle.
Purtroppo una valle del Piemonte, come spero qualcuno si ricordi, era già stata oggetto d’attenzione nazionale, per le sue proteste negli anni 80. I tg nazionali aprivano le notizie parlando delle manifestazioni dei cittadini della valle Bormida una ventina d’anni orsono, ma nonostante la vicenda sia passata nel dimenticatoio, (e prevedo purtroppo analoga sorte ai valsusini) il problema ad oggi ancora permane.
La protesta popolare della valle Bormida piemontese, è stata la naturale conseguenza di un inquinamento secolare causato dalla fabbrica chimica, una volta denominata Acna, con gli stabilimenti a Cengio in provincia di Savona.
La fabbrica era ed è ancora, nonostante sia stata chiusa grazie alla protesta popolare, causa di centinaia e centinaia di morti per cancro (e Dio solo sa quanti). Il parallelo con la Valle di Susa, con la nostra esperienza passata è inevitabile se si considera che la mobilitazione d’oggi è come quella di ieri, pacifica, se si considerano le botte da orbi date dalle forze dell’ordine ad innocenti cittadini. Soprattutto la vicenda è analoga poiché oggi come ieri si ripete la presa in giro, l’imposizione della scelta autoritaria, l’incapacità del governo nazionale, nei confronti dei cittadini e degli enti locali, di ascoltare il loro parere su scelte cruciali che riguardano il loro territorio. E’inutile oggi fare studi ed analisi per vedere se nelle montagne della Val di Susa ci sia veramente Amianto ed Uranio, è una cosa superflua, come era scontato verificare se un fiume puzzolente color coca-cola poteva esser veramente inquinato! Eppure il potere nazionale vuole fare i sondaggi, oggi in Val Susa e ripetere oggi le analisi in val Bormida ma, penso che solo manomettendo gli esiti dei medesimi, si può arrivare a scongiurare pericoli per la salute di poveri sfigati, e fare tranquillamente la Tav e bloccare le necessarie opere di bonifica dell’area ad alto rischio ambientale quale la valle Bormida.
Le emittenti televisive “amiche” del Presidente del Consiglio (naturalmente quelle di sua proprietà oltre a Rai 1 e Rai 2), dopo averci riempito la testa con l’influenza aviaria, con Albano e la Lecciso, le nevicate, la Juve dei record,…..per evitare di parlare delle “leggi ad personam” o sulla difficoltà ad arrivare alla fine del mese che riguarda un numero sempre maggiore di italiani, hanno preso 2 piccioni con una fava, dando ampio spazio quotidiano alla vicenda Tav, anche perché l’opposizione è divisa su quest’argomento. L’italiano medio è quindi ben informato sulla vicenda della Val Sua ma ben pochi, anche in Valle Bormida, conoscono le ultime sconcertanti novità sulla Bonifica dello stabilimento ex Acna e della valle.
La valle Bormida oggi è l’unico (ed aggiungo io eccezionale) caso in Italia, di bonifica avviata su di un sito ad alto rischio ambientale, (in tutti gli altri analoghi casi solo parole e quintali di carta ma lavori di risanamento in corso nessuno), e per ritornare nella “normalità”, il Governo nazionale, da circa un anno, tenta di fermare tutto. Il proverbio popolare “l’epifania tutte le feste si porta via” si è purtroppo avverato in Valle Bormida. Infatti, dopo un secolo di inquinamento e morte, era iniziata la rinascita della Valle Bormida con la chiusura dell’Acna e l’avvio delle opere di risanamento guidate dall’ex commissario straordinario il dott. Stefano Leoni. Per quale motivo questi è stato ingiustamente mandato a spasso lo scorso gennaio, e perché lo stato d’emergenza è stato prorogato solo fino a fine 2006, (quando i progetti ritengono necessari almeno una decina d’anni per mettere completamente in sicurezza il sito inquinato)?
Forse perché il Dott. Leoni, su indicazione degli enti locali della valle, era stato nominato dal Premier di allora D’Alema, o perché questi ha portato avanti i lavori di risanamento a spese di chi ha inquinato, (quindi l’Enichem di cui lo stato è il principale azionista). Lasciamo stare le ipotesi e torniamo ai fatti: nomina, unilaterale, da parte del Governo nazionale del Prefetto di Genova Giuseppe Romano a commissario straordinario per la bonifica, avvenuta (fortunatamente) senza il consenso della Regione Piemonte, per questo la nomina è ancora in attesa di giudicato definitivo nonostante, da diversi mesi se ne discute nei vari gradi di tribunale.
Risultato: vanno avanti solo i lavori già progettati dal predecessore del dott. Romano, mentre quest’ultimo si attiva solo per rifare le analisi alle acque e ai suoli, (io penso con il fine di giustificare un immediato stop ai lavori di risanamento e messa in sicurezza per ritornare in tempi brevi a rimettere in funzione della fabbrica di morte).
Avviandomi alla conclusione di questa lettera torno a paragonare la Valle Bormida con la Val Susa, mi riferisco al “fuoco vivo” della mobilitazione popolare e la compattezza dei sindaci, che è il presente nel Torinese e purtroppo il passato nella valle divisa tra cuneese, astigiano ed alessandrino. Oggi per colpa della mancanza di spazio sui media, per colpa che è passato molto tempo e l’acqua del fiume non è più puzzolente e color coca cola, siamo rimasti in pochi a lottare. Ma il nemico della Val Bormida non è solo il governo, è anche una buona parte dei nostri sindaci che invece di difendere la salute dei propri cittadini abbassano il capo al vergognoso volere di partito.
Esprimendo la mia personale solidarietà e un grosso in bocca al lupo ai cittadini valsusini, chiedo un grande applauso per tutti i sindaci della Val di Susa, tutti, poiché indipendentemente di destra o sinistra, lottano uniti per la difesa della loro gente; mentre in Valle Bormida anche se con un nemico in più (alcuni indegni sindaci) la lotta continua, sempre ispirata da quelle scritte sui muri che, nonostante un pò sbiadite sono ancora attuali: “a mio figlio voglio donare la vita in una Valle Bormida Pulita!”.
Cessole 11/12/05 Enzo Fiore
enzofiore@tiscali.it